Nove anni fa in California, sedici uomini tra i cinquanta e i sessant’anni hanno pensato di formare un club letterario, ed è nato così il Man Book Club.
Questi appassionati lettori leggono un libro al mese, per parlarne poi insieme a casa di uno dei membri del club, gustando un pasto ispirato al libro letto.
Le uniche regole da rispettare sono che gli autori dei libri proposti devono aver vinto un premio letterario, che i libri non devono superare le cinquecento pagine e che non devono essere scelti libri scritti da donne o sulle donne.
Ogni libro è soggetto ad un punteggio che va da uno a dieci.
Il primo libro letto dal club nel duemilasette è stato La macchia umana di Philip Roth, ed il libro che è piaciuto di più La vita secondo me del premio Pulitzer Richard Russo.
La lettura esclusivamente al maschile è approdata anche a Kansas City, dove è nato l’international Ultra Manly Book Club, grazie a un gruppo di ex colleghi universitari. Anche loro organizzano incontri mensili, ma sono meno selettivi nella scelta dei libri.
Il Men’s Book di Houston può vantare invece, tra i suoi quindici membri, lo scrittore ed editore Edward Nawota.
A New York esiste anche un club letterario per uomini omosessuali, il NYC Gay Guys’ Book Club, che conta circa millequattrocento membri sul gruppo social Meetup e una sessantina di persone che partecipano agli incontri mensili.
Quindi tra uomini e donne c’è un altro fattore in comune, l’amore per la lettura, sia che il libro venga discusso bevendo tè e sgranocchiando pasticcini, che gustando una birra e mangiando pizza.
In effetti la storia ci insegna che la maggior parte dei libri appartenenti al cosiddetto canone letterario sono stati scritti da uomini, perciò è importante oggi per le donne riscattarsi in qualche modo, in quanto le protagoniste femminili che le hanno fatte sognare ed alle quali si sono ispirate, spesso sono state immaginate da un uomo e non da una donna.
Paola Bianchi