Recensione de “Le donne sono isole” di Titti Preta a cura di Paola Bianchi

Torna nel salotto letterario di Libri e Emozioni la scrittrice Titti Preta con il suo ultimo libro dal titolo evocativo “Le donne sono isole”, edito da Meligrana Giuseppe Editore.

Avevamo avuto già il piacere di incontrare l’autrice grazie al suo “Cercando Yolanda. Vita in controluce di Dalida – la calabrese di Parigi”, testo letto e recensito con piacere dalla sottoscritta, grazie al quale è stato possibile approfondire la conoscenza di questo iconico personaggio, donna forte e poliedrica. E forti, sognatrici, deluse, disinibite, ammaliatrici, assassine e tanto altro ancora, sono le donne presentate da Titti Preta nel suo ultimo lavoro.

Isole le definisce, e non potrei essere più d’accordo con questo appellativo; isole perché uniche, sebbene a volte possano mostrare aspetti simili tra loro, ognuna con la propria storia e il proprio destino, ciascuna con le proprie fantasie e i propri fantasmi.

“(…) I seduttori vengono sempre puniti, come afferma l’oratore Lisia in Contro Eratostene: essi corrompono gli animi, al punto che le mogli degli altri appartengono loro più che ai mariti; (…) Dunque la donna è, per la legge, un’incapace, una mi-norata e viene punito l’attentato alla ‘donna d’altri’, non l’infedeltà maschile in sé, (…) Ci fu però un tempo un’isola dell’adulterio femminile, non vista di buon occhio dalle genti del continente: Creta. Isola atipica, ‘misteriosa’, locus amoenus di pace, dove non si erigono mura, non si edificano rocche (…)”

Dall’antichità emergono queste “terre”, dalla profondità di un mare ancora non del tutto esplorato, con le loro rive a volte fertili, altre desertiche, simbolo delle loro diverse personalità.

Comuni i nomi che incontriamo leggendo: Arianna, Calipso, Circe, Nausicaa, Penelope, ma quanto sappiamo realmente di questi personaggi epici, sempre accostati a eroi e semidei possenti, volitivi, a volte despoti? Poco forse, ed ecco che ad illuminare un secondo posto nel podio delle figure mitologiche giunge chiarificatrice e rivelatrice la visione di Titti Preta.

“Pandora è il regalo-tranello che Zeus dà ai mortali per punirli del furto del fuoco e di altri trucchi messi in atto da Prometeo ai suoi danni. Ella è il capolavoro inganne- vole da cui discende la specie delle donne belle, la razza più dannosa(…)” 

Scopriamo quindi o confermiamo la nostra idea che i valorosi dell’Odissea e dell’Eneide, gli impavidi di un passato lontano e cantato da giullari e pagliacci di corte, niente sarebbero stati senza l’intervento silenzioso delle donne, quelle madri, amanti, mogli e streghe che, tendendo quasi impercettibilmente la loro mano verso di loro, li hanno spinti contro una sorte già scritta  o sottratti a un fato avverso.

“Quando gli Argonauti vi giungono, trovano una popolazione di sole donne, le Lemnie, che hanno sterminato i mariti (un po’ come le Danaidi), colpevoli di averle tradite con le amanti tracie. Di più: nel furore della vendetta hanno massacrato ogni persona di sesso maschile. Ma perché, oltre che uxoricide, sono così misantrope? E perché so- no felici a vivere da sole?(…)”

Testo scorrevole nella lettura, da affiancare ai classici tomi di epica e storia, “Le donne sono isole” affronta anche il tema di due protagoniste leggendarie, le amazzoni e le sirene.

Fiere guerriere le prime, autonome e aguzzine di uomini, carnefici e maliarde le seconde, divoratrici di maschi annientati dal loro canto incantatore, rappresentano a mio parere la rivincita del genere femminile. Pur ovviamente opponendomi a qualsiasi tipo di abuso e brutalità, dal punto di vista letterario amazzoni e sirene raffigurano una donna che sa trovare la propria forza facendosi largo tra le sue insicurezze, che sa difendersi dall’orco, che impone il proprio “io” in una società ancora oggi orribilmente afflitta da femminicidi e violenza di genere. 

“Le Sirene sono sempre depositarie di morte: la loro voce sovrumana e seduttrice è magia letale. A differenza di Circe, attirano i marinai al fine di ucciderli, non per mutarli in bestie. La modalità della morte è taciuta da Omero, (…) Così l’innaturale calma del mare (la bonaccia) che preannuncia ad Ulisse qualcosa di straniante, è foriera dell’arrivo all’isola delle Sirene, coloro che conoscono tutto di ciò che accade sulla terra feconda. / Come le Muse e le Sibille, esse sanno ciò che sulla terra è accaduto e accadrà; il loro canto condurrebbe chi lo ascolta alla conoscenza assoluta, se solo sopravvivesse. (…)”

La scrittrice Titti Preta

Questo e molto altro ho ritrovato nella lettura di “Le donne sono isole” di Titti Preta, un testo che dimostra una conoscenza approfondita dell’argomento da parte della scrittrice e che induce, oltre all’apprendimento, alla riflessione su temi antichi e attuali allo stesso tempo.

Noi donne siamo isole. Siamo simili e diverse, isolate e alleate come un arcipelago. Siamo la meta e il miraggio. Siamo la vita e la morte.

Paola Bianchi

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.