Un’altra figura della letteratura moderna è purtroppo recentemente scomparsa.
Lucio Mariani, saggista e poeta classe 1936, aveva acquisito una fama internazionale e i suoi lavori erano stati tradotti nelle principali lingue.
La sua è la poetica del dubbio, portata avanti con un’inventiva che spesso destabilizza il suo pubblico.
Il lessico sa catturare il lettore, quasi seducendolo, in un equilibrio in cui predomina la sua ironia sull’umana natura.
Tra le sue opere ricordiamo Ombudsman ed altro edito da Guanda e Profondo amar profano edito da Manni.
Bestie segrete del 1987, Dispersi gli alleati, Il torto della preda, Qualche notizia del tempo, Il sandalo di Empedocle, Parola estrema, Farfalla e Segno e Oratorio sono invece otto sillogi editi da Crocetti.
Lampante appare nei suoi lavori l’introspezione e la ricerca di un divino ostacolato dalla scissione tra senso e parola, che lo avvicinano ai romantici Leopardi, Keats e Blake, al teatro dell’assurdo di Beckett, al maledetto Baudelaire e allo stile di Montale e Caproni.
Paola Bianchi