AFTER DARK: Il vero Oriente non è un Festival

AFTER DARK

 di

Paola Bianchi

Il vero Oriente non è un Festival

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Haruki Murakami è uno scrittore originario di Kyoto che si è fatto da sé.

Figlio di un Monaco Buddista, insegnante di letteratura giapponese, vive la sua giovinezza tra appartamenti economici, jazz bar e piccole grane con la giustizia dovute a leggerezze compiute in preda ai fumi dell’alcool.

Studia all’Università e lavora in un bar che ha come insegna un enorme Stregatto, barcamenandosi tra la passione per la musica e la letteratura ed il richiamo della scrittura, che fortunatamente segue diventando l’artista oggi tanto apprezzato.

I suoi romanzi, tra i quali ricordiamo Nel segno della pecora, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Kafka sulla sua spiaggia e L’elefante scomparso e altri racconti, godono dell’influenza di grandi letterati quali Francis Scott Fitzgerald, Franz Kafka, Fedor Dostoevskij, Honoré de Balzac e altri e, gli hanno valso vari e numerosi riconoscimenti letterari.

Nel 2009 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere di Spagna.

After Dark è un romanzo di nemmeno duecento pagine, ma ti cattura già dalla prima frase e ti conduce lentamente, quasi con leggerezza, in un Giappone scuro, quotidiano, che nulla ha a che vedere con lo sfarzoso Oriente dorato dei Festival propinati a noi occidentali.

Le vicissitudini di tre personaggi principali si intrecciano coinvolgendo altre figure secondarie, ma non meno importanti, durante una lunga notte che pare non finire mai.

Asai Mari è un’adolescente introversa e acerba ancora alla ricerca di se stessa e della propria dimensione. Soffrendo per il confronto asfissiante con la bellissima e delicata sorella maggiore, sta crescendo con la convinzione di dover puntare tutto sugli studi per supplire ad una minoranza fisica che in realtà esiste solamente nella sua testa, ma che finora le ha impedito di concedersi persino gli iniziali normali approcci alla sessualità. Eppure lei apre il libro, a sottolineare invece la sua importanza e la sua superiorità anche e proprio nei confronti di quella sorella bambola, Asai Eri, che infatti non ha retto al mondo patinato della moda, dei piedistalli, della bramosia negli occhi degli altri per il suo aspetto perfetto e si è rifugiata in un sonno dal quale, ormai da mesi, non vuole svegliarsi.

Il secondo personaggio chiave è Takahashi Tetsuya, un ragazzo come tanti, che avvicina Mari solamente perché sorella della bella Eri, che conosce appena. Musicista, studente svogliato, chiacchierone, espansivo, si contrappone naturalmente alla ragazza riservata, timida fino a sembrare ruvida, ma in realtà intelligente e sensibile, tanto da colpire, lentamente, ma inesorabilmente, il suo interlocutore. I loro destini ormai sono incrociati, per tutta la durata di quella notte lunghissima e, sicuramente, per molto tempo ancora. Il loro incontro ha un senso: due anime solitarie che si riconoscono e, volenti o nolenti, iniziano a camminare vicine, confrontandosi, spronandosi, rispettando le proprie differenze e debolezze, gettando le basi di un rapporto ancora in embrione, ma duraturo.

Takahashi e Mari e poi Kaoru, la corpulenta ex lottatrice ora direttrice di un love hotel. Kaoru che conosce Takahashi e tramite lui ora conosce anche Asai Mari, giapponese che parla il cinese e che quindi deve aiutarla a gestire un problema con una prostituta cinese quasi ammazzata di botte proprio nel suo albergo ad ore.

Una realtà del tutto nuova per la giovane studentessa, che scopre però di possedere una grande capacità di empatia. Non giudica le persone e le situazioni, ma si identifica con la coetanea più sfortunata, con la burbera Kaoru che in realtà ha un gran cuore, con le due inservienti dell’hotel. L’hotel. Un love hotel, nell’immaginario comune un luogo squallido, sudicio, di perdizione, di sfrenata lussuria, ma nella loro realtà un rifugio. Un rifugio per lei che non vuole tornare a casa. Un rifugio per Takahashi che è cresciuto senza madre e con un padre in prigione. Un rifugio per Kaoru che lasciata la lotta libera ha perso tutto rientrando velocemente nella categoria degli invisibili. Un rifugio per tutti coloro che fuggono da qualcosa o da qualcuno.

Ma anche un pericolo, perché frequentato da tanta gente e tra la gente comune a volte si nascondono i mostri, come quello che ha quasi ammazzato la prostituta. Shirakawa. Impiegato che copre il turno di notte in una società informatica. Marito e padre che prima di rientrare a casa si ferma al supermercato a comprare il latte. Uomo che ogni tanto si concede uno svago e massacra di botte una giovane ragazza rubandole i vestiti e lasciandola nuda e sanguinante in una stanza anonima di un love hotel. Shirakawa, che indossa quotidianamente la maschera del lavoratore responsabile e accurato, dell’impeccabile impiegato amante della musica classica, che si dilunga nella notte per rientrare a casa e andare a dormire quando i suoi cari si svegliano e iniziano la loro giornata. Per non incontrarli.

Questo è Murakami. Questo è After Dark.

Una telecamera super partes che ci mostra la cruda realtà.

Una tela bianca su cui possiamo osservare figure stilizzate, nero, rosso, bianco, grigio, colori netti, impattanti. Ma se guardiamo meglio iniziamo a notare anche qualche sfumatura su quella tela e la telecamera, ad un certo punto, sembra riprendere anche noi. Siamo anche noi all’interno del libro e camminiamo per le strade buie di Tokyo, accanto ai protagonisti, ai personaggi che ormai conosciamo. Vediamo le loro esistenze incrociarsi, sfiorarsi, allontanarsi, come in una danza lenta, fluida, travolgente. E in quell’oscurità, poco prima delle prime luci dell’alba, balliamo anche noi.

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.