Recensione di “Cercando Jolanda – Vita in controluce di Dalida ‘la Calabrese di Parigi’” di Titti Preta

Questa recensione vuole essere un ringraziamento personale all’autrice di “Cercando Jolanda – Vita in controluce di Dalida ‘la Calabrese di Parigi’”, Titti Preta, per avermi fatto incontrare un personaggio che conoscevo solamente di nome, ma di cui ignoravo la vita e la carriera.

Fonte: Titti Preta

Non credo quindi che questa biografia debba essere ad esclusivo uso e consumo dei sicuramente numerosi fans di Dalida, perché le pagine su questa cantante sono uno spaccato su una società ormai lontana e sulla figura della donna in generale, meridionale in particolare, che ha dovuto da sempre lottare per affermare se stessa e sottolineare le proprie capacità.

Dalida diventa quindi un simbolo, l’incarnazione della femminilità e della bellezza non effimera, dell’intelligenza che può celarsi dietro un bel corpo e una voce suadente.

Questo e altro nel libro di Titti Preta, una scrittrice sicuramente non improvvisata, attenta e puntuale nelle descrizioni dei fatti e dei luoghi, con uno stile comunque non pesante, che non riduce l’omaggio a Dalida ad un mero sciorinare di date e avvenimenti.

Palpabile è l’empatia dell’autrice con la sua musa, tanto da far appassionare anche il lettore che della calabrese approdata a Parigi ha sentito solamente parlare. Apprezzabile l’idea di riportare, tra un capitolo e un altro, i testi dei maggiori successi canori di Jolanda Cristina Gigliotti, collegandoli con i momenti particolari della vita della loro interprete.

“L’opera è uno scavo nella persona, a volte indecifrabile, che fu Jolanda Gigliotti. Per farla rivivere e, dove necessario, specie nei riguardi dei più giovani, farla conoscere e apprezzare come artista innovativa e all’avanguardia. È un doveroso tributo a un’icona della musica che ha dato lustro alla Calabria, ma è soprattutto un ritratto di donna, anticonvenzionale e non stereotipato, visto “in chiaroscuro” e che può diventare oggetto di una profonda riflessione.”

Il ritratto di quest’icona parte dalla presentazione di una bambina italiana nata in Egitto, racconta della tragica morte del padre che sicuramente influenzò il suo carattere, delle difficoltà di una ragazzina non proprio graziosa, costretta a indossare gli occhiali e colpita da un accentuato strabismo di Venere. Una figura che ispira tenerezza, a cui ci si affeziona quasi, e che si continua a seguire fino al suo fiorire come donna, ammirando il suo coraggio di avventurarsi in un mondo sconosciuto e lontano per inseguire il proprio sogno nel cassetto, per finire corteggiata da uomini desiderati da tutte, come Alain Delon.

Trovare l’amore, quello vero, non è però nel suo destino. Dalida ha necessità di essere amata, di aver sempre accanto a sé qualcuno, ma nessuno si ferma, e la sua sofferenza aumenta a ogni abbandono, facendole cercare subito un rimpiazzo. Un circolo vizioso con attori diversi che recitano sempre lo stesso copione, non importa chi siano o quanti anni abbiano.

 

“(…)Col tempo sai

col tempo tutto se ne va

l’altro che adoravi che cercavi nel buio

l’altro che indovinavi in un batter di ciglia

tra le frasi e le righe e il fondotinta

di promesse agghindate per uscire a ballare

col tempo sai tutto scompare.(…)” 

 

Testi profondi quelli cantati da Dalida, parole vere e per questo scottanti, scomode a volte, che insieme alle sue amicizie con pittori e nobili, e alle tragedie della sua vita, come quella legata a Luigi Tenco, finiscono col dipingere un’artista alternativa, poliedrica, anticonvenzionale, per alcuni da imitare, per molti da additare.

Dalida fa ormai parte a tutti gli effetti del mondo del jet set e la radio, gli spettacoli, i giornali e le riviste sono “pieni di lei”, che intelligentemente si concede, cavalcando l’onda del successo e sfruttando la sua notorietà anche per sostenere campagne discriminatorie verso alcuni gruppi sociali.

Responsabilità e disillusioni, il desiderio mai esaudito di un figlio, la vita stessa che l’ha da sempre avvolta in un vortice a volte inebriante, a volte asfissiante, che neanche l’avvicinamento alla dottrina buddista aveva placato, la portano all’ennesimo tentativo di suicidio, questa volta purtroppo riuscito.

“La vita mi è insopportabile. Perdonatemi”

Titti Preta si addentra sapientemente nelle vicissitudini di Jolanda, le esamina, le analizza e le interpreta, con un tocco psicologico che non guasta e aiuta il lettore a estrarre una foto bloccata tra le pagine satinate di una rivista, per incontrare una donna vera, che non si è mai risparmiata e che forse non si è mai resa conto pienamente di averlo poi raggiunto, quel sogno che inseguiva sin da bambina.

“Cercando Jolanda – Vita in controluce di Dalida ‘la Calabrese di Parigi’” è una biografia romanzata che consiglio a tutti di leggere, un libro che offre molti spunti di riflessioni sulla figura della donna nella società.

La scrittrice, Titti Preta, è una Professoressa di Lettere Antiche e Antichista, autrice di saggi e gialli storici, poesie e favole mitologiche, attiva anche come blogger, e nel campo delle manifestazioni e rubriche culturali.

Paola Bianchi

 

CERCANDO JOLANDA – VITA IN CONTROLUCE DI DALIDA “LA CALABRESE DI PARIGI”

TITTI PRETA

GENNAIO 2017

paprint – www.libritalia.net

PAG 142

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.

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