“Le sentinelle della palude perduta” di Pier Francesco Grazioli

Fonte: Pier Francesco Grazioli

Il lavoro alla taverna di mio zio non mi era mai piaciuto, però aveva un suo lato positivo. Potevo ascoltare i racconti dei marinai che facevano sosta lì dopo mesi e mesi di navigazione. Stavo sempre con l’orecchio teso ed avido ai loro tavoli,tanto che puntualmente risuonava il richiamo di mio zio: ” William! Piantala di ciondolare da un tavolo all’altro! “. Ah…sono proprio un maleducato. Lasciate che mi presenti . Mi chiamo William Eckart e sono stanco di passare il tempo in questa locanda a servire birra e rhum a dei marinai per i quali provo disprezzo ed ammirazione allo stesso tempo. Qual è la mia colpa? Una delle più gravi! Quella di voler cambiare vita o…di provarci almeno. Ma si sà, l’occasione arriva nel momento più impensato ed una sera ,si presentò nei panni di un gentiluomo in cerca di un equipaggio. Mister Finley (così si chiamava l’armatore), iniziò a battere il bastone sul bancone e rivolgendosi a tutti disse a voce alta : ” Allora giovanotti, chi di voi vuol farsi alcuni mesi di vacanza nei Caraibi in nome della scienza? “. Più lo guardavo e più mi convincevo che fosse stato un Ufficiale di Marina, si ne ero certo. Il modo di parlare, il portamento e soprattutto quegli occhi freddi come il ghiaccio e dello stesso colore del mare da lui navigato ma tutto ciò non m’impedì di parlargli ed ottenere l’imbarco. Misi mio zio al corrente di tutto, il quale rassegnato mi disse:” Me l’ aspettavo. D’altronde non potevi restare quì per sempre , ogni uomo ha diritto al suo sogno e se questo poi si realizza, beh…tanto meglio. Se io sono bloccato qu’ ciò non vuol dire che debba esserlo anche tu.Tt’invidio ragazzo mio. Ora prepara la tua roba e fila a letto, domani devi alzarti presto. ” La mattina seguente ero sul molo e guardavo con orgoglio ciò che sarebbe stata la mia casa per i prossimi mesi: Il veliero a tre alberi “Explorer”. La vita di bordo non era molto comoda ma io potevo ritenermi soddisfatto; ero stato assegnato alle cucine dove aiutavo il vecchio Sam il quale mi narrava le sue storie. Una sera che era più ubriaco del solito, mi raccontò di una nave scomparsa con tutto l’equipaggio. Fui subito affascinato da quel racconto ed ascoltai avidamente ogni particolare che usciva dalla bocca di Sam, il quale beveva e parlava senza fermarsi, sembrava come rivivere ogni attimo di quell’avventura accaduta chissà dove, sino a quando non scoppiò in lacrime urlando coprendosi il volto con le mani: ” Che ho fatto! Sono un’ assassino! Non merito pietà ma la maledizione eterna!”. “Sam che ti succede? Di cosa stai parlando?”,chiesi. ” Guarda…viene da laggiù.” mi disse mostrandomi la moneta d’oro che portava al collo. “Laggiù dove? “,dissi.” Basta! Il Comandante sbaglia a volerci tornare!” rispose Sam spaventato. “Tornare dove?” Ripetei ma lui se ne andò via farneticando. Non avevo mai visto Sam comportarsi così, qualcosa che lui riteneva sepolto per sempre, era riaffiorato alla sua mente facendogli rivivere l’angoscia del passato. Per Me era più che sufficiente, allora Mr. Finley aveva un altro scopo che non una spedizione scientifica. Bene! Ero deciso a saperne di più e l’occasione mi si presentò nel riordinare l’alloggio del Capitano. Mettendo in ordine il suo tavolo, notai delle mappe ma ciò che attrasse la mia attenzione, fu un vecchio libro di bordo datato 1740 riportante il nome “Loyalty” sulla copertina. Ciò che lessi mi lasciò di stucco: Era una nave che trasportava oro per finanziare la guerra contro i coloni Americani e…sorpresa! Il Comandante era stato proprio Mr. Finley. Le cronache dell’epoca riportavano il naufragio della nave, suffragato dalla testimonianza degli unici superstiti : il Comandante ,tre Ufficiali ed un membro dell’equipaggio. La sera seguente, misi Sam al corrente della mia scoperta ma più raccontavo e piu’ il suo sguardo si faceva assente ed il suo viso cambiava espressione come se qualcosa nelle mie parole, lo avesse profondamente turbato. “lo sapevo! Lo sapevo… Il passato ritorna insieme ai fantasmi dei vecchi amici traditi! Morti per quest’oro maledetto! ” Disse Sam mostrandomi quasi con disgusto la moneta che portava al collo. Rimasi ammutolito per un’ attimo per la reazione di Sam, anche se non sò perchè ma…me l’aspettavo. “Sam…c’eri anche tu vero? Eri tu quel marinaio” dissi guardandolo negli occhi.” Si, Si maledizione! Ero proprio io, e credimi ragazzo non l’ho scordato mai in tanti anni. Ogni notte devo ubriacarmi per poter dormire tranquillo.” disse Sam con voce tremula. “Come vi siete salvati tu e gli altri? Cosa successe in realtà? ” chiesi. Sam si sedette e tenendo la testa tra le mani iniziò a liberarsi dal peso che lo opprimeva da anni : Non ci fu nessun naufragio, non c’è mai stato! La navigazione procedeva normale, il mare era calmo…l’unica tempesta pericolosa era quella formatasi nella mente Di Finley!” Sam raccontò che Finley aveva già deciso di far arenare la nave in una palude situata all’interno di una baia della quale lui conosceva l’ubicazione essendo nato da quelle parti e con la scusa di non farsi scoprire dagli Americani, risalì il fiume interno alla baia sino a giungere ad una intricata palude dove fece arenare la nave. Lì, tranquillizzò gli uomini dell’equipaggio dicendo che loro ed il carico sarebbero stati al sicuro in quella palude sino all’arrivo delle truppe Inglesi. Sam era sconvolto tutto il suo passato era riemerso, i fantasmi che lui credeva sepolti per sempre erano tornati chiamando il suo nome.” E poi che successe?” Chiesi a Sam. “Poi fu l’apoteosi del tradimento! Io misi del veleno nelle razioni dell’equipaggio, poi ci fu solo d’attendere le urla di dolore di quei disgraziati che vennero finiti a colpi di sciabola e pistola da Mr Finley e dai tre ufficiali, oramai eravamo legati da un destino tanto inscindibile quanto terribile.” rispose Sam, “Ma perchè santo cielo perchè?” chiesi ” Per L’oro! tutto quell’oro che ancora giace nella stiva della Loyalty! Volevi sapere perchè porto questa moneta al collo? E’ per ricordarmi il debito che ho ma…forse basterà appena per pagare colui che traghetta le anime! Ora… il Comandante vuole tornare laggiù ma non sa cosa lo aspetta.” Disse Sam. Quando la nave giunse in vista della baia,Mr.Finley fece apprestare una lancia per poter sbarcare ed insieme ai trei ufficiali , me e Sam ,il quali li aveva convinti a portarmi con loro,puntammo all’interno della palude. Percorremmo un lungo e largo canale d’acqua salmastra e torbida, caratterizzato dalla presenza di piante molto alte i quali rami s’intrecciavano tra di loro impedendo spesso alla luce di entrare, regalando così un’aspetto spettrale al paesaggio.Nessuno parlava sulla barca ,tutti erano assorti nei propri pensieri e solamente il rumore prodotto da un caimano che si gettava nell’acqua, li riportava momentaneamente alla realtà ma una volta arrivati a destinazione, fu ciò che vedemmo a farmi provare una senzazione di paura ed ammirazione allo stesso tempo. In una paludosa baia nascosta da una vegetazione bella e spettrale allostesso tempo,giaceva l’oggetto della nostra ricerca. “E’ lì ! E’ ancora lì ! “, gridò il Comandante Finley, mentre Sam si faceva il segno della croce. Una calma irreale regnava sull’intera baia,era come un silenzio di morte ma…mai sarei tornato indietro. Il vascello era adagiato su di un fianco e semicoperto dalla vegetazione, sembrava che la palude ne reclamasse la proprietà come se ne fosse divenuto parte di quest’ ultimo; non potevo certo immaginare quanto fossi vicino alla verità. Una volta a bordo ,il Comandante egli altri tre ufficiali si diressero nelle stive di carico, mentre io e Sam aspettavamo di sopra. “Vattene! Ora! “,mi urlò Sam spaventato ma venne interrotto da un urlo terrificante, un verso che nulla aveva di umano ed a quello,. ne seguì un’altro e poi un altro ancora. ” Sono loro ! Vogliono vendicarsi !” urlò Sam, ” Loro chi? Di chi parli? ” ,chiesi ad un Sam sempre più spaventato, poi vidi Il Comandante Finley risalire su dal boccaborto con la divisa intrisa di sangue ed una grossa sciabola piantata all’altezza della vita. , tenendo uno scrigno sotto il braccio. Venne verso di noi barcollando dicendo frasi smozzate: ” Sono tanti…andatevene…la maledizione…era tutto vero.”Per Sam era troppo,credo che impazzì in quell’attimo, prese la pistola e…si sparò lasciandomi solo ad afftrontare tutto l’orrore che saliva dalle viscere della nave. Rimasi come impetrito ad aspettare e poi…li vidi! Vidi uscire dal boccaporto degli uomini scarnificati,con le orbite vuote come cadaveri decomposti ed Indossavano brandelli di uniformi, tra i quali riconobbi il cappello del Comandante Finley e la giacca di uno dei suoi ufficiali.Essi avanzavano lentamente verso di me, in silenzio, puntandomi delle spade tenute da mani ossute. Indietreggiai sino alla fiancata della nave cercando una via di fuga, ma…erano dapertutto! Presi la sciabola che avevo con me deciso a vender cara la pelle, però con mia grande sorpresa, essi non mi attaccarono; si ritrassero quasi con rispetto ed iniziarono a gesticolare come ad indicarmi qualcosa. Strano…non avevo più paura anzi,mi sembrava di conoscerli da tempo; entrai in una cabina dove c’era uno specchio, vi guardai dentro e vidi! Il mio volto non c’era più! Al suo posto vedevo un viso scarnificato ed ossuto! Improvvisamente ricordai tutto: Quel viaggio maledetto, il Comandante che ci aveva uccisi per l’oro, ed io, il quale giurai di tornare in vita pur di farlo morire insieme ai suoi complici nello stesso posto che era diventato la nostra tomba. Si…il cerchio si era chiuso, vendetta era stata fatta, ed io finalmente ero tornato da dove provenivo. Ora… non avrei mai più dovuto servire in una taverna!

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.