Si è spento un altro scrittore italiano.
Ermanno Rea, giornalista e scrittore, classe 1927, ha posato la penna martedì 13 settembre a Roma.
Napoletano di nascita e molto legato alla sua città natale, nonostante la vita lo avesse portato a Milano e poi a Roma, trattava principalmente fatti di cronaca, sia nei suoi servizi, che nei suoi libri.
Il Po si racconta, pubblicato nel 1990, era un’inchiesta realizzata viaggiando in auto per circa 650 km sull’argine maestro del Po e L’ultima lezione. La solitudine di Federico Caffè, scomparso e mai più ritrovato (Einaudi, 1992), trattava invece la storia dell’economista Federico Caffè scomparso il 14 aprile del 1987.
Nel 1995 pubblicò sempre con Einaudi il romanzo Mistero napoletano poi riedito nel 2014 da Feltrinelli, che vinse il premio Viareggio nel 2015, un’indagine in forma di diario sul suicidio di Francesca Spada.
Fuochi fiammanti a un’hora di notte (Bur) gli fece invece vincere il Premio Campiello nel 1999, e Rizzoli nel 2007 pubblicò il suo Napoli Ferrovia, in seguito riedito dalla Feltrinelli nel 2015 che rientrò tra i finalisti del Premio Strega nel 2008.
Sempre la Feltrinelli nel 2011 pubblicò La fabbrica dell’obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani, una denuncia della macchina del consenso cui segurono il libro di fotografie 1960. Io reporter del 2012 e la ristampa de La dismissione del 2014, già Rizzoli nel 2002, Il sorriso di don Giovanni (2014), Il caso Piegari. Attualità di una vecchia sconfitta (2014) e Nostalgia (2016).
Nel 2014 si era anche candidato alle Europee con la lista Tsipras.
Paola Bianchi