Libri e Emozioni vi presenta il nuovo romanzo poliziesco della scrittrice Angelo Azzurro, ormai gradita e ricorrente ospite nel nostro salotto letterario.
Ho apprezzato molto questa nuova indagine del Commissario Alessandro Draghi, coadiuvato dall’Ispettrice Sara Ardenghi e dal resto della squadra investigativa che chi ha letto i precedenti libri della collana ha ormai imparato a conoscere.
Interessante ovviamente la storia, amo i polizieschi e Angelo Azzurro dissemina sapientemente le pagine di indizi, tanto che alla fine, quando l’identità dell’assassino viene svelata, il lettore riesce a riunire tutti i pezzi componendo un macabro puzzle e concordando pienamente con la soluzione presentata. Tuttavia, al di là dell’intrigo presente nella trama, ciò che mi ha completamente catturata e molto emozionata è proprio la presentazione delle “anime fragili”.
Non avrebbe mai avuto una famiglia tutta sua e soprattutto una vita tutta sua. Un peso per la società e per quei genitori dall’aria così triste. Io ho liberato tutti da quel peso, per prima Anya, dal peso di un corpo e un cervello inutile che imprigionavano la sua anima.
Angelo Azzurro descrive con minuziosità e spiccata sensibilità i processi mentali e comportamentali di alcuni bambini diversamente abili, aiutandoci a comprendere meglio le dinamiche correlate al prendersi cura di chi, purtroppo, nella gran parte dei casi non potrebbe sopravvivere autonomamente.
Poi c’è il rituale della doccia: gli piace stare a lungo sotto l’acqua tiepida e bere le goccioline che cadono dall’alto. La mamma lo deve chiamare parecchie volte prima che si decida a chiudere l’acqua. In piscina è bello fare la doccia perché può sguazzare quanto vuole, senza combinare guai.
La scrittrice stessa spiega il motivo della sua particolare scelta nelle “motivazioni dell’autrice”, una scelta a mio parere giusta e coraggiosa che ci fa apprezzare ancora di più la donna dietro lo pseudonimo, che dedica addirittura un sentito omaggio al tristemente ormai famoso crollo del Ponte Morandi.
Ho scelto di far parlare l’assassino, ho voluto calarmi nella sua mente, perché penso che rappresenti quella parte di noi che rifiuta il diverso.
In aggiunta a questo apprezzamento, posso scrivere che sicuramente è evidente una crescita generale della creatrice del Commissario Draghi, presente sia nello stile, nel modo di narrare i fatti, che nella descrizione dei personaggi, più delineati, maggiormente identificabili, anche per l’evoluzione dei loro rapporti interpersonali, che quindi elimina ogni staticità e fissità, aprendo la porta e moltissime possibili evoluzioni e storie future.
Paola Bianchi