RECENSIONE “DA SOLO NELLA LUCE” DI ALESSIO COLOTTI

Da Solo nella Luce

 

La zappa tra le mani e la poesia nel cuore

di

Paola Bianchi

da solo

 

La recensione di “Da solo nella luce” di Alessio Colotti, è stata per me una novità ed una sfida.

Solitamente mi diletto ad esprimere un parere su romanzi di vario genere e temi, sia italiani, che stranieri, ma leggendo l’opera di Colotti mi sono davvero posta il problema di come recensire un lavoro che, sin dalle prime pagine, appare più un trattato che un romanzo, ricco di riferimenti storici e letterari, destinato sicuramente più ad un pubblico di nicchia, che ad un lettore in cerca di evasione.

L’autore, nato a Tarquinia nel 1976, è laureato in Giurisprudenza e Lettere e Filosofia e attualmente esercita la professione di Avvocato, vantando anche la nomina di Difensore Civico del Comune di Tarquinia.

Uomo dai molteplici interessi, che spaziano dalle lingue straniere, all’esoterismo fino ai misteri del nostro Universo, ha già ricevuto riconoscimenti letterari e ha pubblicato tra gli altri, il racconto “Il Re del Mondo”.

Protagonista del libro è lo zio dell’autore, Riccardo Colotti, compositore di poesia a braccio in Ottava Rima, durante i primi anni del Novecento.

L’omaggio emozionato ed emozionante del nipote ad una figura tanto amata della sua infanzia, ci permette di andare indietro negli anni ed entrare in un passato a molti di noi sconosciuto, eppure fondamentale proprio per la nostra lingua.

I capitoli, arricchiti dalle citazioni degli scrittori più apprezzati da Colotti, quali Pier Paolo Pasolini, Henrick Ibsen, Jack Goody, Karl Marx e altri ancora, dipingono la Tarquinia degli anni Ottanta, da un lato centro medioevale, dall’altro palco della Sinistra Giovanile, territorio tra Lazio e Toscana che forse proprio per la sua posizione geografica, ha da sempre portato avanti ideali di indipendenza e tradizione.

Proprio alla tradizione appartiene dunque il tema centrale di questo libro, l’Ottava Rima, pregio di quei poeti contadini, prima quasi derisi dai loro compaesani e poi, finalmente e giustamente, incensati dagli studiosi e dagli artisti moderni.

L’opera di Alessio Colotti è pertanto sì, un omaggio a Riccardo Colotti, alle capacità e alla sensibilità e modestia di costui, ma anche un trattato competente su varie costruzioni poetiche, dall’Ottava Rima, appunto, all’Endecasillabo, dalla poesia alla letteratura dialettale e popolare.

Diversamente tuttavia da un saggio in cui, freddamente, vengono elencati nozioni e riferimenti, “Da solo nella Luce” trasmette calore, non essendo una dimostrazione del sapere dell’autore, sebbene sia chiaro lo studio approfondito e l’impegno presente in ogni singola pagina, ma un raccontare un periodo passato a lui caro e comunque importante per l’affermazione ed il riconoscimento di un folclore che possiamo definire provocatorio.

I riferimenti politici e religiosi del tempo sono ovviamente inevitabili e tanti i personaggi citati che lo hanno accompagnato durante le sue ricerche, tra i quali il Professor Alessandro Portelli e l’Antropologo Giovanni Kezich.

Prendendo spunto da Marco Müller, così come da Francesco d’Ovidio, Alessio Colotti incastona gli artisti tarquiniesi e cornetani in un periodo di cambiamenti, se non di evoluzione, quando la televisione in bianco e nero, che in una casa simboleggiava un certo benessere economico ed una posizione sociale invidiabile, cedette il passo ai programmi spazzatura, quando alcuni uomini d’arte e di cultura fortunatamente decisero di rivalutare la storia orale all’interno del Circolo Gianni Bosio.

“Da solo nella Luce”, arricchito da forme dialettali, fotografie storiche e addirittura da poesie dell’autore stesso è quindi, a mio parere, un valido e prezioso strumento, per chi volesse conoscere e interessarsi ad un genere nato grazie a uomini dalle mani sporche di terra. Perché la poesia che quotidianamente ci circonda e che possiamo leggere dalle pagine di un libro o ascoltare dalle parole di una canzone, non deve nascere per forza da nobili, studiosi o spensierati  compositori, ma può risiedere nel cuore grande di chi si spacca la schiena pur di garantire un pasto alla propria famiglia.

 

Da Solo nella Luce

Alessio Colotti

Tarquinia Settembre 2010

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.