Segnalazione di “Noi – L’amara realtà che ci divora #4 Alfieri Series “

TRAMA: Tutti i nodi vengono al pettine. Le bugie e le dilanianti verità nascoste da troppo tempo esplodono violentemente in un putiferio assurdo, trascinando con se Michele, facendogli perdere quel poco di felicità che possiede. Un brutto malinteso le fa perdere Serena e farà di tutto per riprendersela di nuovo. Miriam ci mette lo zampino, distruggendo del tutto che rimane di Michele e della sua anima.

Fonte: Lucia Tommasi

PREZZO: 1,99 €

NUMERO PAGINE: 372

BOOK TRAILER:  https://youtu.be/K-Q1WrROQmw

 

GENERE: Dark romance/erotic

 

DATA USCITA: 29 maggio 2017

 

NOME SERIE: Alfieri Series

LINK AMAZON: https://www.amazon.it/Noi-Lamara-realtàC3%A0-divora-Alfieri-

ebook/dp/B072JFDD4J/ref=zg_bs_1338388031_11?encoding=UTF8&psc=1&refRID=TDWNKY0K10J5SVQXGGAX

 

ESTRATTO: Non me la scopo se non lo dice, è un mio

 

divertimento sentirmelo dire, ma è anche un consenso. Non

 

voglio violentare nessuno.

<<Ok>> Mi allontano di un passo da lei, le mie mani sono

 

alzate. <<Non voglio obbligarti a fare niente che non vuoi>> So

 

che facendo così lei mi salterà addosso. L’ho portata al limite

 

è solo questione di tempo.

Ansima piano, sembra delusa della mia decisione ed è quello

 

che voglio.

<<E’ la mia migliore amica, non potrei mai farle del male>>

 

Merda! Forse non l’ho fatta riscaldare bene.

Arriccio la fronte. E adesso?

Mi viene incontro e mi bacia ardentemente. Evviva!!!

La sbatto contro il muro, non ho tempo da perdere, voglio

 

andare a divertirmi stasera quindi devo fare in fretta.

Le sfilo le mutandine e le infilo nella mia tasca, quella sarà la

 

prova schiacciante che le dividerà per sempre.

Afferro la bustina del condom, la strappo con i denti e lo

 

indosso velocemente. Le alzo una gamba, per fortuna ha il

 

vestito, con i pantaloni sarebbe stato parecchio difficile.

Entro dentro di lei quasi a fatica, è strettissima, ma

 

finalmente ci riesco. Inizio a darle delle spinte rigorose, così

 

da finire il prima possibile.

Anche se devo dire che non mi dispiace più di tanto, se non

 

fosse che è una stronza. Ricordo che mi ha fatto perdere la

 

scopata con Ludmilla e le mie spinte diventano più

 

animalesche.

Fuori nevica, non so a quanti gradi siamo, ma noi siamo

 

sudati, ho caldo. Sarà l’alcol o la scopata, ma mi sto

 

squagliando!

Ci sono quasi, il brivido famigliare prende il sopravvento su di

 

me e finalmente vengo.

Siamo sfiniti, immobili e chissà dopo quanto tempo i nostri

 

respiri iniziano a calmarsi e anche i battiti del mio cuore.

 

Qualche volta credo che mi verrà un infarto.

Esco da lei, sono silenzioso e non mi sento per niente una

 

merda. Sfilo il preservativo e lo butto nel cestino. Chiudo la

 

zip dei jeans, vado a lavarmi le mani.

Lei è ancora con le spalle al muro, sembra stordita.

<<Tutto bene?>> Annuisce. <<Bene, ci vediamo>> Sto per

 

uscire quando il mio cellulare vibra nella tasca, chi cazzo è?

“Miriam”

Che cazzo vuole? <<Che c’è?>> Dico duro, la sento ansimare.

La sua voce sembra affannata. <<Michele?>> Che cazzo

 

succede? <<Sto andando in ospedale, si sono rotte le acque>>

<<Scusami?>> Oh mio Dio! Sto per diventare padre? No! E’

 

troppo presto, no! Mi passo una mano sul viso.

<<Muoviti, vieni subito!>> Mio Dio! Vorrei scappare il più

 

lontano possibile da Berlino. Non posso diventare padre così,

 

senza preavviso. La mano mi scivola sulla bocca. È un incubo!

Il cellulare quasi mi cade dalle mani. Riattacco e lo rimetto in

 

tasca, sono sconvolto.

Ho avuto nove mesi per prepararmi, ma non ci sono riuscito. E’

 

troppo tutto questo per me.

<<Che succede?>> Domanda preoccupata Lydia.

<<Miriam è in ospedale>>

<<Cosa? Sta nascendo la bambina?>> Annuisco, non riesco

 

più a parlare. <<Oddio, dobbiamo andare subito>>

Raggiungo l’ospedale. Lydia e John sono con la loro macchina

 

dietro di me.

Entro nella stanza e la vedo con un sorriso enorme, mentre

 

tiene fra le braccia mia figlia. Oh Dio! Sto impazzendo. E non

 

di gioia.

Ho il fiatone, ho fatto quattro piani a piedi e di corsa. Non

 

potevo prendere l’ascensore, stare fermo lì dentro mi avrebbe

 

ucciso.

<<Ha il tuo naso!>> Miriam è bellissima ed è felicissima.

 

<<Avvicinati>> Mi dice.

Cerco di dare il comando alle mie gambe di muoversi e

 

finalmente dopo un’eternità ci riesco e mi avvicino a lei

 

lentamente.

E’ una bambina bellissima, ha pochi capelli, sono rossi come

 

quelli di Miriam. Il suo viso è rosa e tondo, è dolcissima.

Sono confuso. Questa bambina è mia figlia! L’ho fatta io! Come

 

diavolo è possibile?

<<Che c’è?>> Miriam diventa seria. <<Che succede?>>

Ondeggio la testa. <<Niente>> Non riesco a staccare gli occhi

 

da quell’esserino rosa. <<E’ solo che è stato inaspettato>>

 

Sono passati cinque giorni, Miriam sembra non aver partorito

 

affatto, è tornata a correre per casa e a fare le cose che

 

faceva prima.

Sono immobile davanti all’ovetto, dove dorme la bambina.

 

Miriam ha insistito per chiamarla Michelle e io gliel’ho lasciato

 

fare.

Sono nel panico. Non parlo da due giorni, a parte rispondere

 

obbligatoriamente quando sono costretto. Ho mangiato

 

soltanto un panino in questi due giorni, non ho neppure fame.

 

Mi sento frastornato.

Suonano alla porta, Miriam va ad aprire. <<Ciao tesoro>>

 

Sento che si baciano, io sono di spalle, non mi scomodo

 

neanche a salutare quella strega di Lydia. Adesso dovrò anche

 

averla fra i piedi. Prima o poi dovrò dire a Miriam della scopata

 

che mi sono fatto con Lydia. Non la vedo da quella sera in

 

ospedale. Probabilmente si sente in colpa. Se questo può

 

tenerla lontana da questa casa allora sono tranquillo, anche

 

se adesso è qui a rompere.

Vado a sedermi sul divano, incrocio i piedi sul tavolino basso

 

e passo il mio tempo con il cellulare.

<<Michele io esco a comprare le cose che servono alla

 

bambina, visto che tu ti sei rifiutato>> Che bello, allora è per

 

quello che è arrivata la strega. Vanno via! Si!

Aspetta! La bambina?

<<La bambina te la porti, vero?>>

<<No! Non posso. Controllala tu io torno tra poco>>

Mi alzo in piedi. <<Non puoi lasciarmi la bambina.>>

<<E’ anche tua figlia!>>

<<Una scopata fatta senza cervello non mi rende padre!>>

 

Sono duro, ma sono molto nervoso.

<<Farò finta di non aver sentito quello che hai appena detto.>>

 

Sospira. <<Mi servono i soldi>>

<<Sai già dove sono, prendi quelli che ti servono>> Mi rimetto

 

a sedere, sono davvero un cazzone. Per quanto la tratti di

 

merda credo che lei non mi lascerà mai. Perché mi ama

 

davvero tanto.

<<Che cazzo sono queste?>> Alzo lo sguardo, ha gli occhi fuori

 

dalle orbite e tiene fra il pollice e l’indice un perizoma viola.

 

Devo rimangiarmi il discorso che non mi lascerà mai. Guardo

 

sopra la sua spalla. Lydia è mortificata, visto che il perizoma è

 

suo.

<<Un perizoma, non lo vedi?>>

<<Stai scherzando?>> Alza la voce. <<Di chi cazzo è? Con chi

 

cazzo sei stato?>> I suoi occhi sono velati di lacrime, mentre

 

la bambina inizia a piangere.

Fisso Lydia. <<Perché non lo chiedi a lei?>> Lydia apre la

 

bocca sbalordita, non si aspettava che avrei parlato.

Miriam si volta. <<Che c’entri tu?>> Lydia alza le spalle, non

 

sa che dire ed è mortificata come non mai. <<Lydia? Parla!

 

Che c’entri tu?>> Miriam si volta verso di me. <<Michele?>>

Grida. <<Qualcuno vuole dirmi qualcosa?>>

<<E’ suo! Prima di infilarglielo dentro le ho tolto il perizoma e

 

l’ho infilato nei miei jeans>>

Gli occhi le strabuzzano fuori, la bocca è spalancata. Si volta

 

verso Lydia. <<E’ vero?>>

Lydia sta per piangere. <<Io non volevo, è stato lui>>

<<Io?>> Mi indico, attirando l’attenzione delle due. <<Se per te

 

opporsi è gridare di piacere e infilarmi le unghia nella schiena

 

allora scusa. Se mi tolgo la maglia ho ancora i tuoi graffi sulla

 

schiena>>

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.