Recensione in anteprima di “The Flesher” di Marco Iacovelli

“The Flesher” è l’ultimo romanzo dello scrittore Marco Iacovelli.

Fonte: ibs.it

Il libro è un buon prodotto di Edizioni Progetto Cultura, composto da centocinquanta pagine piacevoli al tatto e da una copertina che grazie al mezzobusto incappucciato di cui non si vede il volto lascia intuire il genere, che è quello thriller. Il titolo in inglese ha ovviamente una motivazione che viene rivelata dalla lettura della storia.

L’ambientazione si sposta tra l’Italia e la Scozia, dalla tranquillità di una famiglia barese che viene sconvolta dagli accadimenti, a una meta vacanziera che si rivela l’anticamera di un incubo angosciante.

 

“Maria prese il telefonino e compose il numero della figlia. Ripel’operazione più e più volte, mentre il film volgeva ormai al termine. Purtroppo risultava ancora spento. Si collegò col computer su Google e cercò “incidenti stradali in Scozia”, poi inserì nuovamente il nome della figlia ma non uscì nulla di interessante. Dette un’occhiata al televideo ma l’ultima notizia era l’ennesimo suicidio a Milano di un gestore di una pizzeria, a causa della crisi. La normalità ormai.”

 

La normalità dunque, e infatti l’arte di Marco Iacovelli sta proprio nell’inserire eventi eccezionali nella routine quotidiana, situazioni particolari, di quelle di cui conosciamo l’esistenza, ma che superficialmente consideriamo lontane da noi. È per questo motivo che a volte gli incubi vincono…

Protagonista del romanzo è una coppia di italiani di mezza età, Luca, affermato direttore di banca dalle particolari fantasie erotiche, e Milena, sua moglie, donna che ha visto poco a poco i suoi sogni romantici di ragazza assoggettarsi alla monotonia della vita coniugale, incapace di contrastare le imposizioni del marito. Una coppia che sta vivendo una crisi matrimoniale, di cui però solamente uno dei due componenti sembra effettivamente rendersi conto.

“The Flesher” letto con questa chiave risulta quindi essere non solamente un romanzo che ti lascia sicuramente col fiato sospeso in attesa dell’atto successivo, ma anche una veritiera analisi di alcune dinamiche familiari, spesso comuni, che getta un riflettore sulla figura della donna, moglie, madre, amica, lavoratrice e casalinga, che a volte sceglie di non reagire non perché non ne sia in grado, ma per mantenere un’armonia e un equilibrio che altrimenti svanirebbero velocemente. La donna, erroneamente da sempre considerata il sesso debole, ma che in molte situazioni è l’unica capace di gestire la situazione, per quanto avversa possa presentarsi.

 

“In quel preciso istante, in quel luogo di morte e sofferenza, vi fu una nascita, rapida, indolore ma non per questo meno trascurabile. alle 23.02 di quel 12 novembre moriva la vecchia Milena e nasceva un suo clone, molto più forte, molto più determinato.”

 

Roberto al contrario rappresenta quella parte di umanità che cede alle proprie perversioni, ma le nasconde agli altri, indossando una maschera di perbenismo e affabilità che nulla hanno a che fare con la vera indole ambigua del suo essere.

Quest’uomo abituato a dirigere i propri impiegati e la propria moglie, crolla immediatamente di fronte a ciò che neanche prova a gestire, assecondando il proprio istinto di sopravvivenza anche a discapito di colei con cui ha diviso tanti anni della propria vita.

Tuttavia la vera figura di spicco del romanzo è la Cosa. The Flesher è una sorta di versione raccapricciante degli eroi dickensiani. La terribile infanzia che ha vissuto ai margini della società, brutalizzato da un padre violento e da una madre tossicomane, se pur non ci fanno provare empatia per il mostro che è diventato, ci spingono a comprendere l’origine della sua natura malvagia. Una storia la sua purtroppo non lontana da quella realtà che possiamo ignorare, ma di cui non possiamo non conoscere l’esistenza, soprattutto quando sbattuta in prima pagina.

 

“Acquietato lo stomaco, come risvegliato da quell’improvviso benessere, il mio subconscio mi avverte di quello che potrebbe accadere nel caso venissi scoperto e cerco di porvi rimedio.”

 

Gli altri personaggi che affiancano i tre principali sono ugualmente ben delineati e necessari allo svolgimento della trama, rappresentando ognuno una caratteristica più o meno spiccata dell’essere umano, sia in positivo, che in negativo. Troviamo quindi Maria, la madre di Milena, vedova felice della sua routine giornaliera; Andrea, il fratello di Milena che cova a causa di un’ingiustificata gelosia un forte risentimento nei confronti della sorella e del cognato; il brigadiere Scaramuzzi, simpatico e sanguigno, ma anche intuitivo e solerte nell’inquadrare la particolarità e la pericolosità del prolungato silenzio dei coniugi turisti; l’ispettore Graham Mc Bright, metodico segugio scozzese dedito alla famiglia e rispettato dai colleghi.

Lo stile di Iacovelli si è rafforzato rispetto a “Uno sguardo sull’abisso”. Le descrizioni di alcune scene sono quasi spietate, ricche di una terminologia aspra e di una figurativa angosciante, ma sicuramente non fuori luogo, anzi utili a confermare l’atmosfera cupa che aleggia per tutto il romanzo dall’inizio alla fine.

Il finale che per ovvi motivi non rivelo in quest’occasione, non è scontato. Milena e Luca riusciranno a salvarsi? La Cosa verrà finalmente fermata, o continuerà a perpetrare i suoi macabri delitti?

Vi invito a scoprirlo leggendo il thriller di Marco Iacovelli “The Flesher”.

Paola Bianchi

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.

Una risposta a “Recensione in anteprima di “The Flesher” di Marco Iacovelli”

I commenti sono chiusi.