Rinascere dalle proprie ceneri
Libri e Emozioni tratta oggi il libro di Demetrio Verbaro “L’illusione delle fenice”, composto da tre distinti racconti che, tuttavia, sono connessi tra loro.
Le tre storie sono ambientate in periodi storici e luoghi diversi, per dare il senso della continuità dell’esistenza e di come ognuno di noi, in qualsiasi momento, possa rinascere dalle proprie ceneri, come la leggendaria fenice.
La prima vicenda risale al 1934 e vede come protagonista Sara, contadina calabrese adolescente soggetta alla violenza domestica perpetrata dal padre, che si aggrava irrimediabilmente quando la ragazza rimane incinta. La futura donna avrà parzialmente il suo riscatto, sebbene la sua felicità sarà sempre adombrata da un rimorso pesante, che non riuscirà a rivelare neanche al tanto amato marito, Thomas Candbitzer , il fidanzato del suo passato costretto a emigrare in Austria, con il quale si era alla fine ricongiunta.
Anche Thomas non è un’anima tranquilla, e combatte quotidianamente con le sue paure e insicurezze.
Altro protagonista è Konrad Lorenz, un professore universitario che prende sotto la sua ala protettrice il giovane Thomas.
Sara non ur la va, non chia ma va aiuto, spera va e pregava solo di sopravvivere. Doveva tornare dalla sua piccola. L’ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi non fu il volto butterato del padre, ma il sorriso della sua bambina dopo che l’aveva allattata. L’ultima sensazione che provò non furono i pugni che deturpavano il suo volto, ma il calore della mano della sua piccola che stringeva il suo seno.
Nella seconda vicenda è il 1995 e incontriamo Amy, Thomas Dorianson e Lawrence Coen. La prima è una giovane donna arguta e spericolata che si mantiene facendo l’attrice di film a luci rosse; il secondo un operaio annoiato che viene totalmente investito dall’energia di Amy di cui si innamora perdutamente e il terzo, è uno scienziato dongiovanni amico di Amy.
Amy infilò il vestito rosso come un torrente di fuoco alzando prima le braccia e poi lasciandolo scivolare lentamente sul corpo: sembra va dan za re sot to una casca ta di lava.
La terza vicenda è monopolizzata da Sadie, laureanda al politecnico di Zurigo. Siamo nell’anno 2034 e Thomas Richardson, suo collega, naturalmente se ne innamora. Insieme a loro il direttore del Cern di Ginevra, Marti Nuysen.
Non sappiamo ancora se il Pioniere avrà ricordi delle sue vite precedenti o in quale epoca vivrà. Il progetto durerà un mese. È il tempo calcolato per la vi‐ sione di una vita intera che si svilupperà nel suo cervello, perché ovviamente il tempo scorre in modo diverso tra la realtà del Pioniere dove tutto è accelerato e la realtà mia, la realtà reale.
Appare chiaro quindi il mirabile progetto di Demetrio Verbaro, che con “L’illusione della fenice” affronta il difficile e ancora non risolto dilemma dell’essere umano che spesso viene sintetizzato dalle domande: “Chi siamo?”, “Da dove veniamo?”, “Cosa c’è dopo la morte?”
Siamo come la fenice, in grado quindi di rigenerarci, di rivivere o, la nostra intera esistenza è solamente una mera illusione in cui noi ci illudiamo di essere attori, mentre siamo in realtà dei meri burattini che rispondono alla mano che tira i nostri fili?
Vi invito a leggere quindi “L’illusione della fenice” di Demetrio Verbaro, per cercare di rispondere al terribile quesito e scoprire confermate o confutate le nostre idee a riguardo.
Paola Bianchi
AUTORE: DEMETRIO VERBARO
EDITORE: PUBME
DATA PUBBLICAZIONE: 17/11/2018
PAGINE: 258