Recensione de “Le stelle di Srebrenica” di Daniela Quadri

Libri e Emozioni vi presenta oggi il romanzo di Daniela Quadri, “Le stelle di Srebrenica”, edito da Leucotea Project.

Fonte: Daniela Quadri

La scrittrice già autrice di “Spicchi di Cuore”, pubblicato nel 2011 con 0111 Edizioni, in cui raccoglie racconti tutti al femminile che narrano vicende sentimentali e, di “Istantanee di un destino”, pubblicato sempre con 0111 Edizioni nel 2013, un’altra raccolta di racconti che s’intrecciano intorno alla storia della protagonista e alla sua ricerca dell’amore, conferma la sua predisposizione alla scrittura appunto con il suo primo romanzo qui recensito, premiato dalla critica alla X Edizione del Premio Letterario Europea Città di Massa nel 2016.

Il libro palesa chiaramente l’amore per la natura e la passione per la fotografia di Daniela Quadri, che riversa i suoi interessi nella narrazione, regalandoci descrizioni precise e immediate, dandoci la sensazione, mentre leggiamo, di ammirare un album pieno di istantanee.

“L’aria si riempì dell’odore acre di benzina e gomma bruciata. Per un lungo istante un simulacro nero oscurò il cielo purpureo; l’alba del nuovo giorno tingeva di rosso sangue gli ultimi brandelli di oscurità.”

“Le stelle di Srebrenica” è ambientato principalmente in Brianza e incentrato sulle vite di due donne coraggiose, una giornalista, Marta Valtorta, e una profuga bosniaca, Elma Osmanovic. Il rapporto tra le due protagoniste inizia quando Marta decide di sfruttare il collegamento di Elma con un noto malavitoso slavo per scrivere finalmente un articolo importante, che potrebbe farle guadagnare un notevole avanzamento di carriera. Ben presto però la relazione tra loro si approfondisce e si evolve, diventando una vera e propria amicizia. Grazie a Elma, Marta entra in contatto con un mondo che conosceva solo superficialmente e incontra Nadia, la figlia dell’amica, affetta da Sindrome di Down.

“Olga lasciò per un attimo la mano paffutella della bambina e questa si diresse dritta verso di lei. Non sembrava intimidita e la guardava attraverso un paio di occhialini dalla montatura rossa come il vestitino. Quando le fu davanti, la bambina le sorrise e accarezzandola su una guancia le disse «Bella, sei bella!» Fu un attimo, ma quel tocco fu come una scossa al cuore. Gli occhi di Marta rimasero incollati a quelli della bambina; occhi dolci, buoni, senza inganni che la guardavano rivolti all’insù.”

La delicatezza si alterna alla tensione trasmessa dalla descrizione di determinate vicende, come il rapimento della piccola Nadia e il decisivo intervento del Carabiniere Tony Nardone, figura chiave per il proseguo della storia e per la definizione caratteriale di Marta e la sua maturità sentimentale.

Tra un amore che sta nascendo e dolorosi ricordi di una vita trascorsa tra gli orrori della guerra, si insinua una vena di mistero legata a un’antica icona risalente al XIII secolo, che sposta momentaneamente lo scenario della narrazione nella Londra delle aste e degli espertise.

“Ma la guerra è guerra e il sangue che scorre non ha né popolo né bandiera. Davanti ai miei occhi rividi i corpi torturati, evirati e finiti con un colpo alla testa di quindici carabinieri ostaggi nelle mani dei partigiani. Qualcuno di loro l’avevo conosciuto nel corso di azioni congiunte dei nostri Corpi. Erano ragazzi come me, che si erano ritrovati a combattere una guerra non loro (…)”

Particolare pregio ha secondo me la figura di Nadia, le cui problematiche di adattamento dovute alla sua particolare situazione, ma anche la sua capacità emotiva e affettiva, vengono dipinte precisamente e sensibilmente, comunicando il messaggio che spesso “il diverso” è la persona più normale e sincera e che tutti noi dovremmo e potremmo sicuramente fare di più per comprendere e aiutare.

Alla luce di quanto letto e analizzato, considerata la trama, il profilo dei personaggi e lo stile della scrittrice, consiglio vivamente la lettura del romanzo “Le stelle di Srebrenica”, una storia sicuramente non leggera, ma scritta davvero bene, che illumina e spiega l’inutilità e le gravissime conseguenze di qualsiasi guerra, sottolineando la forza insita nelle donne che, bersagli designati insieme a bambini e anziani della crudeltà e della bestialità altrui, riescono comunque a trovare il modo di riscattarsi e resuscitare a una vita migliore.

Paola Bianchi

 

LE STELLE DI SREBRENICA

DANIELA QUADRI

LEUCOTEA PROJECT, 2015

PAG. 226

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.

Una risposta a “Recensione de “Le stelle di Srebrenica” di Daniela Quadri”

  1. Grazie, Paola! Davvero una bellissima recensione che mi ha emozionata per la grande sensibilità ed apertura verso il mio romanzo. Ancora grazie di cuore!

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