Recensione de “Le ali del Bruco” di Antonio Cucciniello

Un disoccupato e una famiglia sfasciata sono i temi di apertura di questo romanzo che mi ha catturato sin dalle prime righe.

Fonte: Mondadori Store
Fonte: Mondadori Store

“Le ali del Bruco” sviscera le speranze tradite del protagonista, un uomo comune che assiste inerme allo sgretolarsi della sua vita, preda dell’accettazione passiva di chi si reputa vittima del sistema e non riesce a trovare una soluzione alle sventure che lo hanno investito improvvisamente.

L’autore, Antonio Cucciniello, pone l’accento sulla disperazione del protagonista, che ripete quotidianamente azioni ormai inutili, continuando a viaggiare su un treno di ricordi che non lo conduce effettivamente da nessuna parte.

“Osservo le persone allineate in fila davanti alla biglietteria e, per cacciare via i pensieri dalla testa, provo a indovinare la loro destinazione. L’impiegato ripete gesti automatici e non cambia mai l’espressione del viso, è solo l’ingranaggio di una catena di montaggio fatta di uomini. Le persone in coda vanno di fretta e magari il loro treno parte tra un paio d’ore. In fondo credo che a nessuno interessi la destinazione, gli uomini vogliono solo muoversi dentro a una traiettoria per non sentire i pensieri che gli ronzano in testa.”

Ciò che colpisce è la consuetudine di certe situazioni a cui, purtroppo, siamo ormai abituati. Alcuni di noi sono stati colpiti direttamente da un licenziamento, altri conoscono persone che soffrono di difficoltà lavorative e economiche e alla televisione, troppo spesso, passano servizi su grandi stabilimenti in via di fallimento e in prossimità di chiusura. La frustrazione in cui è immerso il “viaggiatore solitario” del romanzo, appartiene a tutti noi, può colpirci in qualsiasi momento, e non è sottovalutando i problemi altrui che riusciremo eventualmente a evitarla.

Sicuramente non la ignora il barbone che si avvicina al protagonista nonostante la reticenza di quest’ultimo. Cosa rappresenta quest’altra figura chiave della storia?

Tutti i personaggi descritti da Cucciniello hanno una valenza, nessuno è inserito nel racconto semplicemente come artifizio. Il barbone in particolare offre un contraltare, una coscienza sopita, un risveglio del proprio io che tarda ad arrivare, ma che viene comunque intuita, percepita, fino alla nuova consapevolezza di sé, che apre ancora la strada a una vita per troppo tempo giudicata senza senso.

Le riflessioni del primo personaggio, i dialoghi spesso accesi e crudi con il barbone che si materializza davanti ai suoi occhi ogni volta che sale clandestinamente sul treno, sono una metafora dei violenti stati d’animo che ci troviamo ad affrontare quando attraversiamo periodi scuri della nostra esistenza.

“Scuoto il capo e, quando sollevo le palpebre, il cuore aumenta i giri e la rabbia pervade il mio corpo. Il barbone è seduto nella poltrona opposta alla mia, accanto a una ragazza per nulla infastidita dalla sua presenza. Come se sedere accanto a un sacco della spazzatura fosse la cosa più naturale del mondo. Lui disegna un altro dei suoi scarabocchi nel quaderno poggiato sulle gambe. Lo sguardo basso, gli occhi concentrati sul foglio e la schiena curvata in avanti. Ancora una volta me lo ritrovo tra i piedi, troppe coincidenze per i miei gusti.”

Il messaggio finale de “Le ali del Bruco” è un messaggio di speranza, un’aspettativa che però non nasce dalla fede religiosa o dalla predestinazione, ma dalla capacità personale di decidere e agire, seguendo la volontà di migliorare e cambiare il proprio presente.

“Le ali del Bruco” è nato da un progetto dell’ASVA, l’Associazione per la Ricerca sui Sistemi Vitali, costituita nel 2011 da un gruppo di ricercatori italiani, con lo scopo di approfondire e diffondere gli studi sistemici per la comprensione e la risoluzione di problematiche di carattere sociale e economico. In quest’ottica, il romanzo in questione presenta la cognizione dello scrittore, che con un linguaggio semplice e diretto, inquadra il tema principale in un contesto comune e quotidiano, riuscendo ad emozionare il lettore, e a renderlo partecipe della funzione dei vari ruoli sociali e, soprattutto, dell’importanza di superarli.

“- Ho il mondo tra le mani – penso a voce alta sbattendo la porta. Non prendo l’ascensore e utilizzo le scale per raggiungere il piano interrato. Accendo la luce e percorro il corridoio mentre il cane, percepito il crepitio dei miei passi, abbaia e comincia ad agitarsi all’interno della cantina. Faccio scattare la serratura e, non appena apro la porta, vengo travolto da sessanta chili di gioia incontrollabile.”

Ognuno di noi è un bruco che aspetta le proprie ali variopinte.

Paola Bianchi

 

LE ALI DEL BRUCO

ANTONIO CUCCINIELLO

EDIZIONI PENDRAGON 2015

PAG 176

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.