Recensione de “La figlia che diede alla luce suo padre” di Roberto Lodovici

Il romanzo di Roberto Lodovici è sicuramente piacevole da leggere, ricco di tenerezza e profondità d’animo, ma se si riesce a superare la mera storia e a guardare oltre la trama, si può scoprire un libro quasi didattico, da cui trarre certamente anche un insegnamento di vita.

 

La vicenda prende le mosse da un manoscritto che Michel ha lasciato al suo più caro amico, come regalo prima di partire per un’isola su cui costruirà una grande Cattedrale. È costui a metterci al corrente di quanto accaduto, perché con lui e attraverso lui siamo in grado di leggere le parole dell’amico ed entrare in contatto con una realtà forse per alcuni difficile da comprendere e accettare, ma che indubbiamente è ancora più difficile negare.

I capitoli sono contrassegnati dal giorno e dal mese come in un diario colmo di confidenze, in cui Michel narra la meraviglia e l’estasi di un uomo che sa che presto diventerà padre. Questa stupenda esperienza è però in questo caso particolare e desueta, in quanto, grazie al reiki praticato da entrambi i genitori, il contatto naturale con il futuro nascituro va oltre la comune conoscenza, salendo a un livello più complesso e elevato.

L’energia è il collante della storia, energia pura e positiva che appartiene a tutti noi, anche a chi non ne è consapevole, e che unisce saldamente il padre alla madre e questi al feto, in grado già prima di nascere di comunicare con i genitori.

Sfidando ogni legge naturale e scientifica, ogni ambito compreso e generalente accettato, Claire, questo il nome della bambina, parla come un adulto con la mamma attraverso i sogni e con il padre attraverso le sensazioni. Una comunicazione che non si interromperà subito alla nascita, ma anzi si intensificherà nel rapporto con il padre.

 

“Se pensate al rapporto avuto con i vostri genitori per esempio ne emergeranno molte. Se desiderate quindi comportarvi da buoni genitori dovrete prima liberarvi e rilasciare completamente ogni genere di rabbia e rancore, così come ogni altra incomprensione accumulata nei loro confronti durante tutti questi anni. Se questo non avverrà ripeterete i loro stessi errori. È solo liberandosi di questo peso che la mamma si avvierà”

 

Evidente è il riferimento al ciclo della vita: i genitori si riavvicinano ai propri genitori, i figli alla madre e al padre e la vita e la morte sono un’unica linea che forma un cerchio indissolubile perché senza l’una non può esistere l’altra.

La nascita di Claire, il 13 agosto, infonde nei suoi cari una nuova consapevolezza, di se stessi, di loro come coppia, del loro nuovo ruolo e della vita in generale e in particolare.

Con le sue parole ancora espresse solamente con la propria energia, Claire li rende partecipi di molte verità, in cui forti sono i riferimenti religiosi e cattolici, come quelli filosofici.

I figli, questo dono immenso che ci viene concesso, preesistono, quindi noi tutti viviamo già prima della nascita terrena. Siamo esseri di luce, come sosteneva addirittura già Platone, che poi dimenticano la propria origine, sebbene il legame con essa non si spezzi mai, riconducendoci alla fine della nostra vita mortale nel paradisiaco luogo da cui proveniamo.

 

“ ‘Eravamo Esseri di luce. La luce era la nostra carne, i nostri organi vitali, i nostri pensieri. Ci differenziavamo esclusivamente dal grado di intensità. Le guide erano più luminose, in noi invece percepivo qualche velatura opaca.”

(…)

‘Hai visto Dio nell’Aldilà?’ chiesi timidamente non senza una certa titubanza. Limpida fu la sua risposta: ‘Tutto ciò che vedi e senti rappresenta Dio. Anche tu, se ti concentri e liberi i pensieri, insieme al tuo cuore, potrai incontrarlo, prima in te stesso e poi in tutto ciò che ti circonda poiché noi tutti siamo parte di Dio.’ “

 

Il romanzo di Roberto Lodovici mi ha colpita molto, e condivido il messaggio trasmesso attraverso “La figlia che diede alla luce suo padre”.

Un figlio è simbolo di rinascita e quindi di resurrezione. Se vogliamo applicare un semplice sillogismo, dunque, il figlio rappresenta Gesù e dato che tutti siamo figli, tutti siamo collegati a Dio e un domani ci ricongiungeremo con Lui.

Mi rendo conto che questa visione possa essere tacciata di essere prevalentemente religiosa e cattolica, ma questa è la mia Fede e quindi questo ho letto nelle pagine del romanzo. Tuttavia, anche per chi non crede o professa un altro credo, sarà difficile negare il ciclo della vita e la necessaria alternanza tra vita e morte.

 

«Ci lasciamo guidare da questa energia e ritorniamo a rivivere l’esperienza umana così come anni prima ce n’eravamo allontanati. Ora comprendi perché si muore» ribadisce Claire con decisione.

«Si va di là per realizzare la connessione con il divino e se lo riconosciamo pienamente attraverso la trascendenza ci fondiamo completamente in lui.»

Lo scrittore Roberto Lodovici

 

Consiglio vivamente la lettura di “La figlia che diede alla luce suo padre”, un libro a cui dovrete approcciarvi con apertura mentale e cuore leggero, per comprendere che non si può cacciare la paura, ma la paura non dev’essere un limite per ciò che vogliamo e dobbiamo compiere.

 

Ringrazio lo scrittore Roberto Lodovici, per aver pensato a me e al mio blog per la recensione del suo romanzo, dandomi così l’opportunità di leggere uno scritto istruttivo, che mi ha donato molto in sensazioni e riflessioni.

 

 

Edificare Universi

© 2017 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

www.europaedizioni.it – [email protected]

ISBN 978-88-9384-373-7

I edizione ottobre 2017

Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

Pag. 136

 

L’immagine di copertina è presa da amazon.it

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.