Recensione de “Amiche per caso” di Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara

Libri e Emozioni accoglie oggi nel suo salotto due scrittrici che sono state una vera e propria rivelazione. Il loro romanzo a quattro mani… o a due penne che dir si voglia, è stata un’avventura piacevole e coinvolgente da vivere, una di quelle storie che vorresti non finisse mai, tanto ti sei affezionata, di pagina in pagina, ai protagonisti. In questo caso le protagoniste di “Amiche per caso” sono tre: Irene, Giada e Chiara, a cui si affiancano man, mano altri personaggi chiave, come Gloria e Fausto.

La vicenda si svolge principalmente nella verde e bella Umbria, in particolare a Borgo Pietra, dove Irene, arcigna signora di mezza età, si trasferisce dopo la morte del marito.

Gli alberi e le piante del giardino sono silenziosi e le appaiono come estranei: il melo e il pero, antichi, dimenticati, che Gloria è riuscita a salvare, il susino, i garofani, le ortiche gialle, l’Heuchera non le parlano, come aveva sperato, non sussurrano calma e gratitudine. Sembrano invece puntarle il dito contro: lei, estranea, che non ha nulla a che fare con questa terra e questi profumi. Lei con i suoi roseti presuntuosi e la voglia di cancellare un’antica memoria che non sarà mai all’altezza della sua fittizia identità.

Irene è il focus della storia, con lei inizia tutto e attorno a lei, difficile donna amareggiata dalla vita, sebbene un matrimonio ad hoc le abbia garantito per lungo tempo un benessere economico sopra le righe, vorticano gli altri personaggi, che non sono però da ritenere secondari o poco importanti, in quanto ognuno di loro è approfonditamente descritto, soprattutto dal punto di vista interiore.

Plauso a Mariantonietta Barbara e a Silvestra Sorbera, che hanno saputo toccare con delicatezza temi importanti come l’accettazione dell’omosessualità, il rimpianto, il rimorso, l’amicizia, quella vera, e la resilienza necessaria per poter vivere e sopravvivere nella società odierna.

Giunte alla merceria, Irene strabuzza gli occhi: le vetrine sono addobbate con vestaglione e reggiseni che neanche sua nonna avrebbe mai portato. Per non parlare delle mutande contenitive e delle maglie della salute.

Borgo Pietra è un piccolo borgo medievale, come ce ne sono tanti nelle nostre belle regioni italiane (no… in realtà non esiste, non affannatevi a cercarlo, l’ho già fatto io…), popolato da poche anime, e quindi è ovvio pensare come tutti sappiano tutto di tutti, come il pettegolezzo sia gettonato e quanto possa suscitare scalpore una pseudo aristocratica che decide di lasciare la Milano da bere, per un luogo dove il grande evento della settimana è costituito dal giorno del mercato!

“Amiche per caso” è un romanzo dedicato alla crescita, all’evoluzione personale. Irene, Giada e Chiara rappresentano tre importanti età di noi donne, la giovinezza (Chiara), impulsiva, sfrontata, fresca e ribelle; il primo periodo della maturità, (Giada), in cui la donna si scopre, cerca di prendere in mano la propria vita, superare le avversità e progettare il proprio futuro e, la pienezza (Irene), che non è solamente interezza fisica, ma soprattutto intima, psicologica: è il momento in cui si traggono le somme della nostra vita, conteggiando vittorie e sottraendo sconfitte, in un calcolo dove non sempre il risultato è ciò che ci aspettiamo e in un momento in cui capiamo che smussare gli angoli è probabilmente la soluzione migliore, perché in fondo siamo alla ricerca di tranquillità e ordine.

Il mattino seguente, dopo essersi assicurate che Irene è ancora viva e vegeta, Chiara e Giada se la squagliano. Sono in anticipo, ma meglio non farsi trovare dall’aristocratica zombie, che, indispettita dal proprio aspetto e dai peli di gatta trovati sul pigiama, andrà a caccia di qualcuno su cui sfogarsi.

Silvestra Sorbera e Mariantonietta Barbara regalano ai propri lettori attimi divertenti ricchi di ironia e momenti di riflessione, spesso commoventi, presentandoci le storie personali di ogni personaggio che passeggia per le strade arroccate di Borgo Pietra, raccontandoci i suoi sogni e le sue delusioni, il suo presente e il suo passato, perché spesso passato e presente sono collegati e legano, nel tempo, persone che razionalmente non si frequenterebbero mai e, sicuramente, mai penserebbero di poter, un giorno, diventare addirittura amiche. Tuttavia, la vita è un mistero, siamo quello che decidiamo di essere, è vero, ma le pagine di “Amiche per caso” ci insegnano anche che se un destino è segnato, quello che è scritto per noi accadrà.

Vi invito caldamente a leggere “Amiche per caso” di Barbara e Sorbera, sicura che non potrete rimanere insensibili all’algido fascino di Irene, alla freschezza di Chiara, alla dolcezza di Giada e al pragmatismo di Gloria, magari sorseggiando uno dei cocktail improponibili di Fausto, attenti a non essere importunati dalle golose gemelle Tosca e Minerva!

Dal bancone Fausto non può fare a meno di notare che Irene somiglia sempre più a Crudelia De Mon e si chiede se sia il caso di intervenire, ma poi ricorda le parole di suo nonno Le amicizie si costruiscono davvero solo a partire dalla prima pesante litigata e resta fermo lì, alle prese con un nuovo cocktail dall’improbabile color verde acido.

E mi raccomando, se Maya vi salta in braccio non lesinate le coccole, vi ricambierà con un mare di fusa.

Solo Maya riesce a rotolarsi sull’erba, lasciandosi avvolgere dai raggi del sole, con gli occhietti chiusi e le lucertole che le girano alla larga, guardinghe.

 

Paola Bianchi

 

AMICHE PER CASO

MARIANTONIETTA BARBARA  [email protected]

SILVESTRA SORBERA                 [email protected]

2018

 

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.