Libri e Emozioni è lieto di ospitare nuovamente la scrittrice Elsa Zambonini Durul con il suo nuovo romanzo “Andrea e Andrea – Thriller d’amore e di mafia”, di cui abbiamo già recensito il precedente bellissimo libro “Istambul – Il viaggio sospeso”.
Già il titolo suggerisce una trama permeata di equivoci e mistero: Andrea, un nome originariamente maschile, ma che nel tempo è stato sempre più utilizzato anche al femminile, un nome che appare sullo sfondo di Istambul, città piena di magia e contraddizioni.
«Già, il paradiso.» La giornata è serena e il cielo è pulito. La bocca del Bosforo si presenta nel suo vestito azzurro e migliore (…)”
Lisa, la protagonista, giovane italiana compagna del turco Emre, riceve per errore una lettera indirizzata ad Andrea, la nuova condomina del palazzo in cui vive. Forti sono la curiosità e lo sgomento che la investono quando, aprendo la missiva, legge dello sconvolgente intrigo in essa rivelato: una minaccia e la conseguente fuga in Turchia.
“Andrea, tesoro mio, / Sono stati qui. Avevano una pistola e mi hanno minacciato chiedendomi dove sei (…) Io sto bene, ma sono preoccupatissima per te. Questa lettera l’ho data a R. che deve andare a Roma e te la spedirà da lì. Per l’amor di Dio fai attenzione. Un grosso abbraccio. / Mamma.”
Al thriller che si sviluppa man mano con la trama del romanzo, si affianca l’amore, o meglio le varie sfumature dell’amore e dei sentimenti in generale.
L’autrice è abilissima nel mettere in luce la quotidianità del pensiero umano, positivo o negativo che sia. Pregiudizi, razzismo, menzogna e falsità non hanno passaporto, sono cittadini del mondo ed è così che possiamo incontrarli nella mentalità italiana, così come in quella turca. Andrea e Lisa sono due giovani donne incinte e la protagonista non solo è una straniera, ma per di più non è sposata, bensì solamente accompagnata a un turco… questi i commenti uditi accidentalmente, perché non troppo celati, dalle bocche dei suoi colleghi insegnanti, questa l’opinione altrui che colpisce violentemente la sua sensibilità e la ferisce suo malgrado.
“Turco: «Ma è incinta?» / Italiano: «Così ha detto, e infatti mi sembra un po’ ingrassata.» / T: «Mi pareva che non fosse sposata.» / I: «Non lo è infatti, ma ha un compagno.» / T: «Italiano?» / I: «No, turco. Convivono.» / Segue un breve periodo di silenzio in cui l’interlocutore ha il tempo di maturare la sua disapprovazione fino a manifestarla: T: «In una scuola turca una cosa del genere non succederebbe.» / Mi sento come se fossi stata colpita da uno schiaffo.”
Come Lisa, Andrea, che porta in grembo il frutto di un amore violento che l’ha costretta a fuggire dalla sua calda terra, e l’ha messa al centro del mirino della mafia siciliana.
«Ma perché non vuole allattarlo?» / «Non solo non vuole allattarlo, ma non lo vuole affatto. È stata violentata e lei non vede il bambino come figlio suo, ma di quella bestia che si è impossessato di lei dopo averla picchiata selvaggiamente.»
Il fil rouge che lega e collega i due personaggi femminili principali del romanzo è quindi forte e si inspessisce quando le due donne pronte al parto condividono la stessa clinica. Quello che dovrebbe essere un momento di gioia, anche se ovviamente di ansia, si tinge di pericolo e angoscia quando, a seguito di un assassinio avvenuto proprio nei sotterranei dell’istituto, viene ritrovato un neonato, e le indagini vertono sul traffico di bambini, coinvolgendo tra gli indagati coloro presenti, come Lisa e Andrea.
“Le cose che mi ha detto di quell’essere indegno lo mettono in una condizione di subumanità, è vero, ma questo declassa un omicidio fino a renderlo accettabile? Fra i tasti dei miei tabù di italiana cresciuta volente o nolente in una cultura cristiana, ha pestato quello più potente e indiscutibile, quel non uccidere decretato nel quinto comandamento, che è probabilmente quello che ci condiziona di più.”
È qui che la scrittrice introduce un altro terribile tema, purtroppo ancora troppo attuale: l’immigrazione siriana, che porta la nostra attenzione verso problemi mondiali mai risolti, terribilmente presenti in questi giorni a causa della guerra della Russia contro l’Ucraina, causati dalla sete di potere e ricchezza per cui la vita umana e la libertà fisica e intellettuale non hanno alcun valore…
“Questi crimini sono stati perpetrati attraverso la Grecia, dalla vicina Turchia e dalle isole, con particolare riguardo a Lesbo dove c’è il campo più esteso di rifugiati siriani. All’interno dell’articolo insinuano che anche alcuni paesi balcanici siano coinvolti (…)”

Vi invito alla lettura de “Andrea e Andrea – Thriller d’amore e di mafia”, ultimo capolavoro di Elsa Zambonini Durul, che ringrazio per avermi riportato in Turchia, terra visitata e amata moltissimi anni fa e patria di una mia carissima amica.
Ancora una volta, i temi sviluppati con una scrittura elegante e fluida, la trama del romanzo e la caratterizzazione dei personaggi, ci hanno coinvolto e fatto riflettere, arricchendo il nostro salotto letterario.
Paola Bianchi