La censura e l’Irlanda
Di
Paola Bianchi
In questo periodo l’Irlanda è al centro dell’attenzione internazionale, ma stavolta non per le immense distese verdi, né per le tradizioni particolari legate alla sua storia e al piccolo popolo, ma per un caso di censura.
Il Censorship of Publications Board, infatti, ha bloccato la commercializzazione di un libro, fatto che non accadeva dal lontano 1998.
Precedentemente, erano stati censurate opere come Il mondo nuovo di Aldous Huxley, nel 1932, a causa dei riferimenti, o presunti tali, alla promiscuità sessuale, Il giovane Holden di J. D. Salinger, nel 1951, Le ragazze di campagna nel 1960 e La ragazza sola poi ripubblicato col titolo di La ragazza dagli occhi verdi di Edna O’Brien nel 1962, per cui si era scomodato addirittura l’Arcivescovo John Charles McQuaid, sempre a causa di riferimenti sessuali considerati troppo espliciti.
A volte la censura diviene anche un’arma politica, come accadde nel 1958 quando fu bannato Borstal Boy di Brendan Behan, a causa dei suoi attacchi sia alla Chiesa Cattolica, che alla Repubblica d’Irlanda.
Il 1998 ha invece visto la messa al rogo di Base Guide to London, una guida che offriva consigli su dove comprare droga, trovare rapporti sessuali economici o particolari e prodotti contraffatti.
The Raped Little Runaway di Jean Martin, costituisce l’odierna pietra dello scandalo.
Giudicato all’unanimità dalla giuria nominata dal Ministro della Giustizia e composta da cinque membri, indecente e osceno per le descrizioni troppo esplicite dello stupro ai danni del bambino.
L’autore in questi casi può presentare ricorso, quindi non possiamo far altro che aspettare per sapere se Martin sceglierà di agire legalmente o aspettare la scadenza dei dodici anni, durata della validità della censura.