Conoscete il papà di Lolita?

Vladimir Vladimirovič Nabokov

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Vladimir Vladimirovič Nabokov è stato uno scrittore, saggista, critico letterario, entomologo, drammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense.

Scrisse i suoi primi libri in russo, ma fu con i suoi romanzi in inglese che raggiunse la notorietà.

L’opera più conosciuta di Nabokov è sicuramente il romanzo Lolita del 1955, spesso citato come uno dei più importanti testi narrativi del XX secolo (e da cui il regista Stanley Kubrick trasse l’omonimo film), seguito da un altro romanzo scritto in lingua inglese del 1962: Pale Fire (Fuoco pallido).

Compose altri scritti di argomento totalmente diverso, come alcuni contributi sull’entomologia e sul gioco degli scacchi.

Nacque da una nobile famiglia russa a San Pietroburgo, dove trascorse l’infanzia e la giovinezza in una casa che ora ospita un museo dedicato allo scrittore.

Nel 1922 completò gli studi di slavo e di lingue romanze al Trinity College dell’Università di Cambridge. Si trasferì quindi a Berlino dove il padre venne assassinato il 28 di marzo e poi a Parigi, acquistando una sempre maggiore notorietà nell’ambiente dei russi emigrati, grazie ai suoi primi scritti in russo, pubblicati sotto lo pseudonimo di Sirin. Nel 1925 sposò Vera Slonim dalla quale, nel 1934 ebbe un bambino di nome Dmitri.

Nabokov era sinestesico, caratteristica di cui descrive i diversi aspetti in molte sue opere. Nella sua raccolta di interviste e saggi Strong Opinions (Intransigenze), egli nota che anche la moglie e il figlio erano sinesteti, poiché associavano colori particolari a determinate lettere.

Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti e nel 1945 prese la cittadinanza statunitense. Da quel momento egli scrisse in inglese e tradusse in questa lingua alcune delle sue opere precedenti.

Insegnò letteratura russa per undici anni presso la Cornell University di Ithaca e negli ultimi anni visse in Svizzera, a Montreux, dove alternò la sua attività letteraria con quella delle appassionate ricerche di entomologo.

Morì a Montreux in Svizzera nel 1977.

Iniziò scrivendo liriche di stampo simbolista e nel 1926 uscì il suo primo romanzo dal titolo Mašen’ka (Maria) al quale seguì, nel 1928, Re, donna, fante che vuol essere una parodia del romanzo tradizionale.

Nel 1929 pubblicò una storia sugli scacchi, argomento prediletto da Nabokov, ricco di metafore, dal titolo La difesa di Lužin al quale fecero seguito L’occhio nel 1930 che narra, in stile pirandelliano, la vicenda di un russo emigrato a Berlino. Nel 1932 pubblica sulla falsariga di un poliziesco Camera oscura, nel 1933 un romanzo dal tono enigmatico, Gloria, e nel 1935 Invito a una decapitazione che sembra ispirato ad alcuni dei racconti kafkiani.

In questi romanzi si avverte l’ibrida cultura di Nabokov che ripropone i temi della letteratura russa, come quello dello sdoppiamento esistenziale di Dostoevskij e del grottesco di Gogol’, fondandoli con le nuove forme che, tra le due guerre, stavano rivoluzionando l’idea stessa del romanzo.

La frammentazione dell’identità individuale nella società contemporanea diventerà il tema fondamentale della narrativa di Nabokov dando luogo alla scrittura di romanzi come La vera vita di Sebastian Knight (The real life of Sebastian Knight) nel 1941, I bastardi (Bend Sinister) nel 1949 e in seguito i romanzi di vita americana.

Nel 1955 venne pubblicato con grande successo il romanzo Lolita che fece conoscere Nabokov ad un pubblico mondiale, offrendo una perfetta immagine “interna” dell’America, con i suoi miti e le sue ossessioni, soprattutto il sesso.

Il romanzo ebbe molta influenza sugli stessi narratori americani della nuova generazione e, in modo particolare, su John Barth.

Dopo Pnin del 1957, che esplorava in modo ironico la realtà dei college americani, lo scrittore riprende il tema producendo, nel 1962, una delle sue opere formalmente più mature, Fuoco pallido (Pale fire).

Segue, nel 1969, Ada o ardore (Ada or ardor: A family chronicle) che offre una suggestiva sintesi dell’arte di Nabokov. Ritornano in questo romanzo, stravolti da una scrittura ironica, tutti i temi dello scrittore: l’ambigua duplicità della realtà, la passione del gioco, del puzzle, l’ossessione del sesso.

La sua carriera di entomologo fu altrettanto notevole.

Pubblicato da librieemozioni

Romana di nascita, ma cittadina del mondo, Paola Bianchi è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne e insegna lingue e materie letterarie, oltre a lavorare come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di tutto ciò che ruota intorno ai libri ha un proprio blog, www.librieemozioni.altervista.com, che considera un salotto aperto agli amanti della scrittura e della lettura, e ha fondato a Civitavecchia, dove vive, un Club Letterario. Attualmente scrive per il Magazine Caffebook e ha già pubblicato numerosi articoli anche per giornali locali. Il saggio “La Figura del Vampiro dalle origini ai nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu” come il romanzo breve “Giochi di luna”, e “Finzione o realtà?” racconto pubblicato in e-book nella raccolta “Raccontami una Storia”, rispecchiano la sua passione per il genere horror, a cui si affiancano anche quello fantasy e thriller.